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Joe Barbieri

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Joe Barbieri
Joe Barbieri dal vivo a Roma nel 2010(foto di Luigi  Orru)
Joe Barbieri dal vivo a Roma nel 2010
(foto di Luigi Orru)
Nazionalità Bandiera dell'Italia Italia
Genere Jazz
World music
Periodo di attività 1993 – in attività
Strumento
Etichetta Microcosmo Dischi
Band attuale
Band
Album pubblicati 6
Studio 4
Live 1
Raccolte 1
Opere audiovisive pubblicate
Gruppi e artisti correlati
Sito ufficiale http://www.joebarbieri.com
Si invita a seguire lo schema del Progetto Musica

Joe Barbieri (all’anagrafe Giuseppe Barbieri) (Napoli, 14 dicembre 1973) è un cantante, produttore discografico e autore italiano.

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Biografia [modifica]

Inizia la sua attività di autore militando in diverse formazioni della sua città. Il percorso da professionista però parte ufficialmente con un demo finito nelle mani di Pino Daniele che scopre Barbieri portandolo a registrare il suo primo album.

Nel 1993 dà alle stampe “Gli amori della vita mia” con il quale si guadagna, tra l’altro, l’invito al Festival di Sanremo nel 1994.

Seguono due anni di concerti e festival. Nel 1997 si divide tra l’essere ospite in tourné dello stesso Pino Daniele e il preparare un nuovo disco, che vede la luce nel 1998 con il titolo di “Virus“. Nello stesso periodo scrive per Giorgia la hit “In vacanza con me“.

Nel 2003 fonda la casa discografica Microcosmo Dischi e nel giorno del suo trentesimo compleanno – il 14 dicembre 2003 – pubblica “Fuori Catalogo“, un disco in edizione limitata delle sue prime canzoni eseguite per sole chitarra e voce.
A cavallo tra la fine del 2004 e l’inizio dell’anno successivo pubblica “In parole povere” nel quale trovano posto il suo amore per il jazz, per la bossanova e al quale prendono parte altri artisti come l’amico Mario Venuti che contribuisce cantando nel brano “Pura Ambra“.
Nel 2006 produce il disco d’esordio dei Kantango dal titolo “Másidiomás“.
Nel 2007 scrive “Va’ dove il mondo va“, per l’album “Funambola” di Patrizia Laquidara. Nello stesso anno “In parole povere” viene pubblicato in altri paesi europei, venendo in particolare eletto come “Disco dell’Anno” in Germania dal periodico Cd-Kritik, succedendo alla cantante di fado Mariza.
Nel 2008In parole povere” sbarca anche nel continente nord americano (segnatamente negli Stati Uniti e in Canada) oltre che in Asia.
Il 16 gennaio 2009, è uscito il suo ultimo album in studio, dal titolo “Maison Maravilha“. Nel disco spicca la partecipazione della cubana Omara Portuondo, già protagonista di Buena Vista Social Club. “Maison Maravilha” – distribuito in un bacino di 12 paesi del mondo – vince il premio Lunezia/PopOn e raggiunge in breve tempo le 20.000 copie vendute, traguardo che Barbieri festeggia dando alle stampe una edizione limitata ed inedita del brano dal titolo “Lacrime di Coccodrillo” in duetto con la collega Chiara Civello [1].
Lo scorso 9 aprile 2010, Barbieri ha pubblicato il suo primo album dal vivo, registrato durante un recente concerto all’Auditorium Parco della Musica, che porta per titolo “Maison Maravilha Viva“.

Discografia [modifica]

  • 2010 Maison Maravilha Viva (live) [2]
  • 2009 Maison Maravilha [2]
  • 2004 In Parole Povere [2]
  • 2003 Fuori Catalogo [2]
  • 1998 Virus (Demomusic/CGD East West)
  • 1993 Gli amori della vita mia (CGD East West)

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Serge Gainsbourg
Foto di Serge Gainsbourg
Nazionalità Bandiera della Francia Francia
Genere Chanson
Jazz
Reggae
Periodo di attività 1957 – 1991
Strumento pianoforte
Etichetta Universal
Band attuale
Band
Album pubblicati 30
Studio 22
Live 2
Raccolte 6
Opere audiovisive pubblicate {{{numero opere audiovisive pubblicate}}}
Gruppi e artisti correlati
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Serge Gainsbourg, all’anagrafe Lucien Ginzburg (Parigi, 2 aprile 1928Parigi, 2 marzo 1991), è stato un cantautore, musicista, paroliere, poeta e pittore francese che ebbe successo internazionale a partire dalla seconda metà degli anni sessanta.

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Biografia [modifica]

Nato da una famiglia di ebrei russi, ha avuto due figli dal primo matrimonio negli anni ’50, poi una figlia, Charlotte Gainsbourg, dal matrimonio con Jane Birkin e un figlio, Lucien detto Lulu, dal legame con la modella Bambou.

Le sue prime canzoni risentono dell’influenza di Boris Vian, ma Gainsbourg ben presto ha cominciato a perseguire un’idea di rinnovamento rispetto agli schemi della tradizionale chanson e ad esplorare nuovi orizzonti, influenzato in particolare dal pop britannico e americano. Durante la sua carriera ha scritto la colonna sonora di più di 40 film. La sua influenza ha segnato profondamente la musica francese, attingendo a vari ambiti musicali e contribuendo a renderne alcuni popolari in Francia. Tra questi possiamo ricordare il jazz (si veda in particolare le prime canzoni), la musica afro-cubana (si veda l’album Gainsbourg Percussions), il progressive rock (Histoire de Melody Nelson), il reggae (Aux armes et caetera… e Mauvaises nouvelles des étoiles), il synth-pop con Love on the Beat e il rap con You are under arrest. L’originalità del suo stile è manifesta in primo luogo nei testi, frequentemente poetici e complessi. Abbondano in essi doppi sensi, riferimenti sia letterari che di matrice trash e allusioni erotiche.

Tutto ciò si accompagna ad un notevole ed istintivo talento come arrangiatore.

La sua canzone più famosa, Je t’aime… moi non plus, ha una composizione e una resa vocale molto erotica. Inizialmente era stata registrata con Brigitte Bardot, ma successivamente, dopo la rottura con la Bardot, ne fu distribuita una versione in cui partecipa un’altra cantante, Jane Birkin, che diventerà sua moglie. Considerata troppo spinta, la canzone subì la censura in molti Paesi e in Francia fu bandita anche la versione edulcorata. Nel 1976 dirigerà un film omonimo interpretato dalla stessa Birkin e da Joe Dallessandro.

Il mito moderno [modifica]

Tomba di Serge Gainsbourg

Fondamentale il concept album del 1971, Histoire de Melody Nelson, nel quale la sua poetica caratterizzata da un’ossessione erotica per la purezza e la morte raggiunge probabilmente alcuni degli esiti più felici. Nel 1975 esce Rock Around the Bunker, nel quale il tema della Germania nazista è affrontato in chiave grottesca e di humour nero. Nel 1976 esce L’homme à la tête de chou, disco di poetica simile a Melody Nelson.

Nel 1978, in Giamaica ha registrato una versione reggae de “La Marsigliese” (Aux Armes et cetera), con la band di Peter Tosh: questa canzone lo portò a ricevere minacce di morte da parte dei veterani di destra della Guerra d’Indipendenza algerina. Grande scandalo suscitarono alcune sue esibizioni televisive negli anni ’80, da ricordare la sua partecipazione ad uno spettacolo televisivo nel quale per accendersi una sigaretta bruciò in diretta una banconota da 500 franchi francesi, proibito per legge, e l’ormai famosa trasmissione in diretta tv in cui, in perfetto inglese, dichiarò a Whitney Houston, ospite con lui del programma, l’intenzione di volersela portare a letto alla fine del programma televisivo.

Il film Charlotte Forever (1986), da lui diretto e interpretato insieme alla figlia Charlotte, scandalizzò in quanto raccontava il rapporto incestuoso tra padre e figlia, fu tratto anche un videoclip dove Serge e figlia cantavano su di un letto matrimoniale con sussurri intriganti.

Serge Gainsbourg muore il 2 marzo 1991 ed è sepolto a Parigi, nel Cimitero di Montparnasse.

Discografia essenziale [modifica]

Alcune canzoni di Gainsbourg [modifica]

  • Aux armes etc…
  • Poupée de cire, poupée de son
  • les Sucettes
  • Lemon Incest
  • Je t’aime… moi non plus
  • Bonnie and Clyde
  • Couleur Café

I film [modifica]

Altri progetti [modifica]

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Willie Nelson nel 1996

Willie Hugh Nelson (Abbott30 aprile 1933) è un musicista statunitense.

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Biografia [modifica]

Infanzia e primi successi del ’50 [modifica]

Willie Hugh Nelson nasce ad Abbott nel Texas il 30 aprile del 1933. Già da ragazzo suona e canta musica country che ascolta dalla radio e a soli dieci anni debutta in un’orchestra boema suonando la polka. Agli inizi degli anni ’50 studia a Waco alla Baylor University e conosce Martha Mathews, un’indiana Cherokee con la quale si sposa. In questi stessi anni pur facendo svariati lavori tra cui il venditore di libri, l’insegnante e il disc jockey continua a scrivere musica e la sua prima canzone pubblicata è “Family Bible”.
Nel 1959 si trasferisce a Nashville dove ottiene un contratto con la casa discografica Pamper Music Publishing e fa amicizia con Ray Price che lo inserirà nella sua band come bassista.

Anni ’60 [modifica]

Nelson mette in piedi un suo complesso, The Record Men, con il quale gira per tutto il sud ovest degli Stati Uniti. Inizia a incidere per la Liberty e lancia singoli quali “Touch Me” e “Willingly” cantati insieme alla nuova moglie Shirlie Collie. Nel ’64 ormai membro del Grand Ole Opry di Nashville passa a incidere per la RCA. È questo il periodo delle polemiche per il suo stile non fedele ai canoni del country tradizionale e presto Nelson si stancherà del poco fruttuoso contratto con la RCA e di Nashville.

Anni ’70 [modifica]

Proprio nel ’70 Nelson ha l’occasione di cambiare vita approfittando dell’incendio della propria casa e torna nel TexasAustin dove incide il Cd “Yesterday’s Wine” considerato dallo stesso cantante uno dei suoi migliori capolavori musicali ( miscela dicountryhonky tonkwestern swinggospelblues). Sempre con la RCA incide “Phases & Stages” che vende più di quattrocentomila copie. È proprio quest’alta vendita che spinge la Columbia a ingaggiare Nelson che sale di prepotenza nelle classifiche country e in quelle rock grazie al CD “Red Headed Stranger” e al singolo “ Blue Eyes Crying In The Rain”. E la sua conferma arriva nel ’76 con la raccolta di vecchie canzoni incise con la RCA e brani di Waylon Jennings: “Wanted! The Outlaws” che oltre ad aver venduto un milione di copie è il primo disco country di platino.
Ormai è tutta discesa per il cantante che consolida la sua musica detta outlaw con altri CD di successo “The Troublemaker”, “Stardust” e il disco di platino “Willie & Family Live” . Gli anni ’70 sono quindi la consacrazione del cantate diventato ormai una super star a tutti gli effetti. Termina infatti il decennio cantando con celebrità quali Kris KristoffersonGeorge JonesErnest Tubb e insieme a Leon Russell conclude un tour lungo due stagioni.

Anni ’80 [modifica]

Sono gli anni in cui la musica forte e decisa di Nelson si trasforma in più leggera. “On The Road Again”, “Always On My Mind” e “To All The Girls I’ve Loved Before” (quest’ultima cantata con Julio Iglesias) e il cd “Tougher Than Leather” sono i successi dei primi anni ’80. Ma è nell’85 che insieme a Waylon JenningsKris KristoffersonJohnny Cash Nelson incide uno dei più bei Cd del periodo: “Highwayman”. Nel solito anno a Champaign, Illinois, per aiutare i coltivatori del Midwest, Nelson organizza il “Farm Aid” (ricordando il Live Aid di Bob Geldof).

Nel 1985 partecipa ad USA for Africa, un supergruppo di 45 celebrità della musica pop tra cui Michael JacksonLionel RichieStevie WonderBruce Springsteen, cantando We Are the World prodotta da Quincy Jones e incisa a scopo benefico. I proventi raccolti con We Are the World furono devoluti alla popolazione dell’Etiopia, afflitta in quel periodo da una disastrosa carestia. Il brano vinse il Grammy Award come “canzone dell’anno”, come “disco dell’anno”, e come “miglior performance di un duo o gruppo vocale pop”.

Nella seconda parte del decennio Nelson continua a incidere molti Cd, continuando a inserire nelle sue canzoni il nuovo sound più leggero e lontano dai grandi successi degli anni ’70.

Anni ’90 [modifica]

Gli anni ’90 si aprono con l’uscita di altri Cd quali “Born For Trouble” e “Highwaymen 2” (con i soliti interpreti del primo). Nelson è poi costretto a incidere un disco per riparare a una serie di evasioni fiscali con l’IRS (ufficio imposte statunitensi) da cui deriva il titolo dell’album “Who’ll Buy My Memories-The Irs Tapes”. Successivamente il disco “Across The Borderline” è considerato fra le migliori opere del cantante che da ora in poi si fa produrre da Don Was. Dopo l’uscita di “Healing Hands Of Time” dove sono presenti alternative versioni dei suoi classici (“Crazy”, “ Healing Hands Of Time”, “Funny How Time Slips Away”) incide il terzo e il miglior capitolo degli Highwaymen (“The Road Goes On Forever”) e una raccolta di cover minori degli anni ’50 e ‘60 (“Just One Love”).
Nel ’96 il nuovo disco “Spirit” è il primo album di un artista country ad essere pubblicato dalla Island. “I Thought About You, Lord”, “Your Memory Won’t Die In My Grave”, “She Is Gone” sono le canzone di maggior successo di questo Cd, scarni nella strumentazione quanto profondi a livello di songwritting.
La discografia di Nelson si arricchisce di anno in anno di pubblicazioni delle più varie come “Night And Day” (disco unicamente strumentale), “Milk Cow Blues” (con ospiti come B.B.KingDr. John) o album dal vivo come “Live And Kickin'” fatto per festeggiare i 70 anni del cantautore dove partecipano cantanti quali Ray CharlesEric ClaptonPaul Simon e molti altri.

2000 ad oggi [modifica]

L’ultimo brano “My Medicine” di Nelson uscito nel 2008 vede una particolare collaborazione insieme al rapper losangelino Snoop Dogg.

Discografia [modifica]

RCA [modifica]

  • 1965, The Party’s Over
  • 1968, Texas In My Soul
  • 1968, Good Times
  • 1969, My Own Peculiar Way
  • 1970, Both Sides Now
  • 1970, Laying My Burdens Down
  • 1970, Columbus Stockade
  • 1971, Yesterday’s Wine
  • 1971, Willie Nelson And Family
  • 1972, The Willie Way
  • 1972, The Words Don’t Fit The Picture

Atlantic [modifica]

  • 1973, Shotgun Willie
  • 1974, Phases And Stages

Columbia [modifica]

  • 1975, Red Headed Stranger
  • 1976, The Sound In Your Mind
  • 1976, The Troublemaker
  • 1977, To Lefty From Willie
  • 1977, Before His Time
  • 1978, Stardust
  • 1979, Sings Kris Kristoffersen
  • 1980, San Antonio Rose
  • 1980, One For The Road
  • 1981, Somewhere Over The Rainbow
  • 1982, Always On My Mind
  • 1982, Poncho & Lefty
  • 1983, Tougher Than Leather
  • 1983, Without A Song
  • 1983, Take It To The Limit
  • 1984, Angel Eyes
  • 1984, City Of New Orleans
  • 1984, Music From Songwriter
  • 1985, Me & Paul
  • 1985, Half Nelson
  • 1985, Highwayman
  • 1986, Partners
  • 1987, Island In The Sea
  • 1988, What A Wonderful
  • 1989, A Horse Called Music
  • 1990, Born For Trouble
  • 1992, Who’ll Buy My Memories/The IRS Tapes
  • 1993, Across The Borderline

Island [modifica]

  • 1996, Spirit
  • 1998, Teatro
  • 2000, Milk Cow Blues
  • 2001, Rainbow Connection
  • 2002, The Great Divide
  • 2002, Stars And Guitars
  • 2005, Countryman (Reggae Album)

Lost Highway [modifica]

  • 2004, It Always Will Be
  • 2006, Songbird
  • 2006, You Dont Know Me: The Song Of Cindy Walker
  • 2007, Last Of The Breed
  • 2008, Moment Of Forever
  • 2008, One Hell Of A Ride

Blue Note [modifica]

  • 2008 Two Men With The Blues

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Gianmaria Testa

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Immagine esterna

Gianmaria Testa
fonte:www.campaniaimpresamusica.org

(Cavallermaggiore1958) è un cantautore italiano.

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Biografia [modifica]

Nasce in provincia di Cuneo in una famiglia di agricoltori in cui era vivissimo l’amore per la musica e il canto. L’ambiente familiare lo incoraggia a studiare musica come autodidatta: Gianmaria sceglie la chitarra come strumento e comincia a comporre appena appresi i primi rudimenti. Inizialmente svolge la professione di ferroviere, precisamente quella di capostazione allo scalo ferroviario principale di Cuneo [1].

Il debutto di Testa avviene come strumentista rock; tuttavia l’artista non tarda a scoprire una forte identità di solista. Dopo aver vinto il Festival musicale di Recanati dedicato ai nuovi talenti della canzone d’autore nel 19931994, incontra Nicole Courtois, produttrice francese, che ne comprende la forza espressiva: nel 1995 esce in Francia, per l’etichetta Label Bleu (Amiens), il suo primo disco, intitolato Montgolfières. In questo primo album ha diviso la direzione artistica con l’amico Piero Ponzo (componente del gruppo piemontese Trelilu), che ne ha anche curato gli arrangiamenti.

Il piacere di condividere e di vivere l’esperienza musicale dei concerti con grandi musicisti quali David Lewis (tromba), Jon Handelsman (sax, clarinetto), i fratelli François et Louis Moutin (rispettivamente contrabbasso e batteria), Leonardo Sanchez (chitarra), René Michel (fisarmonica, pianoforte), contribuiscono al successo di critica e pubblico in terra francese.
Nell’ottobre del 1996 esce il secondo disco, Extra-Muros che inaugura la nuova etichetta dedicata alla canzone dalla Warner Music francese, la Tôt ou Tard.

La carriera italiana [modifica]

Pochi mesi dopo Gianmaria canta all’Olympia, imponendosi anche agli occhi della stampa italiana che, anche se colta di sorpresa dal nuovo talento, non manca di apprezzarlo.
Segue al concerto all’Olympia una lunga serie di altri concerti in Francia, Italia, PortogalloCanada: un centinaio di concerti, nei club o nei grandi teatri, tutti salutati da una straordinaria accoglienza.

Nel febbraio del 1999 esce il suo terzo album Lampo, realizzato con la collaborazione di numerosi musicisti: da Glenn Ferris (al trombone), a Vincent Segal (al violoncello), Riccardo Tesi (organetto diatonico) e Rita Marcotulli (pianoforte) e sulla direzione di David Lewis.
Seguono numerosi concerti in tutta Italia nel corso del 2000 e con il tutto esaurito al Teatro Valle di Roma la sua carriera di cantautore italiano ha la sua definitiva investitura.

Nell’ottobre 2000 esce in Italia un nuovo disco di canzoni e poesie intitolato Il valzer di un giorno che si configura per essere un immediato successo di critica e di vendite.
Nel Valzer di un giorno, il cantautore punta quindi più alla qualità che agli “effetti speciali”, ed è il primo lavoro interamente realizzato e prodotto in Italia. Il cd è una raccolta di alcuni suoi pezzi, intervallati da cinque poesie recitate da Pier Mario Giovannone: con due inediti, la title-track e Piccoli fiumi.
Fa seguito una importante tournée nelle maggiori città del paese, che consacra definitivamente il suo successo in patria.

Il Valzer di un giorno viene distribuito in Francia e nel resto del mondo da Harmonia Mundi – Le Chant du Monde. Il disco ha venduto sino ad oggi più di 80.000 copie.

La scelta di collaborare strettamente con altri musicisti di alto livello e con altri artisti come poeti e scrittori continua a rivelarsi determinante in un nuovo modo di fare e proporre l’esperienza musicale: Gianmaria Testa inaugura l’edizione 2002 di Umbria Jazz, il maggior evento legato al genere in Italia.

Nel 2003 esce in tutta Europa il quinto album della sua carriera – Altre latitudini – sempre sotto l’etichetta Harmonia Mundi – Le Chant du Monde. L’album, pervaso da una malinconia sottile e particolare nasce dalla collaborazione con grandissimi musicisti come Mario Brunello, Enrico Rava, Rita Marcotulli, David Lewis, Gabriele Mirabassi, Piero Ponzo, Luciano Biondini, Fausto Mesolella e altri.
Portato in tournée in Italia, il disco ha superato le 45.000 copie vendute e ha fatto sì che per Testa si prospetti un tour anche negli USA.

Il 13 ottobre 2006 esce il suo ultimo lavoro discografico, Da questa parte del mare, un concept album totalmente dedicato al tema delle migrazioni moderne, una riflessione poetica, aperta e senza demagogia sugli enormi movimenti di popoli che attraversano questi nostri anni. Sulle ragioni, dure, del partire, sulla decisione, sofferta, di attraversare deserti e mari, sul significato di parole come “terra” o “patria” e sul senso di sradicamento e di smarrimento che lo spostarsi porta sempre con sé. A qualsiasi latitudine. Prodotto da Paola Farinetti per Produzioni Fuorivia, ha la direzione artistica di Greg Cohen. Da segnalare la presenza di Bill Frisell accanto a quella dei musicisti che da sempre collaborano con Gianmaria: Gabriele Mirabassi, Paolo Fresu, Enzo Pietropaoli, Philippe Garcia, Luciano Biondini, Claudio Dadone, Piero Ponzo. Da questa parte del mare ha ricevuto la Targa Tenco 2007 come miglior album dell’anno. Dopo una presentazione a Parigi (L’Européen dal 17 al 21 ottobre 2006), il nuovo disco è stato presentato anche in Italia (il 25 ottobre al Teatro Regio di Torino, il 26 ottobre al Teatro Modena di Genova, il 27 e il 28 ottobre alla Galleria Toledo di Napoli, ecc.), in Germania e Austria (dicembre 2006), in Olanda (The Hague Jazz Festival – 18 e 19 maggio 2007) e in Canada (Festival di Québec – 15 luglio 2007). Il 25 maggio 2008 è stato presentato anche al Joe’s Pub di New York con un tutto esaurito. Per l’inizio del 2009 è prevista l’uscita di un nuovo cd: per la prima volta Gianmaria presenterà un live, frutto della registrazione di un concerto in solo all’Auditorium di Roma.

Discografia [modifica]

  • 1995 – Montgolfières (per l’etichetta Label Bleu) ristampa(per l’etichetta Harmonia Mundi-Le Chant du Monde/Egeamusic)
  • 1996 – Extra-Muros (per l’etichetta Warner) ristampa (per l’etichetta Harmonia Mundi-Le Chant du Monde/Egeamusic)
  • 1999 – Lampo (per l’etichetta Warner)ristampa (per l’etichetta Harmonia Mundi-Le Chant du Monde/Egeamusic)
  • 2000 – Il valzer di un giorno (per l’etichetta Harmonia Mundi/Egeamusic)
  • 2003 – Altre latitudini (per l’etichetta Harmonia Mundi/Egeamusic)
  • 2006 – Da questa parte del mare (per l’etichetta Harmonia Mundi/RadioFandango)
  • 2009 – Solo dal vivo (Produzioni Fuorivia / EGEA)

Lo stile e l’anima [modifica]

“Vi prego, non urlate… non riesco a suonare così. Io non sono un urlatore“. In queste parole, pronunciate ad un concerto gremito di gente in attesa della sua musica, Gianmaria Testa dice molto di sé. Le sue sonorità, infatti, sono lievi, dolci e di una delicatezza malinconica. Le parole sono pura poesia ed il suono della chitarra è ricco di atmosfere intime e romantiche. La lontananza e la solitudine, l’amore perso ritrovato o più spesso cercato a lungo, sono i temi più amati di questo cantautore che si muove tra jazzfolkcanzone d’autore. Solido, riservato, privo di desiderio di apparire e dotato di un imprendibile sense of humor, a Gianmaria Testa interessa semplicemente trovare davanti a sé l’apertura di una volontà che vuole cogliere le infinite sfumature dei suoi significati.

“La ricerca musicale che ho portato avanti in questi anni ha coinciso con il “togliere”. Sono sempre stato colpito dall’espressività delle sculture di Giacometti o dai versi di Ungaretti, ha detto. “Amo scarnificare il mio linguaggio: in un’epoca di ridondanze so di muovermi in controtendenza”.
(da un’intervista di Paolo Battifora – Il Secolo XIX – 7 novembre 2003)

Note [modifica]

  1. ^ Info su timeinjazz.it

Voci correlate [modifica]

Arte Sella

Collegamenti esterni [modifica]

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Almamegretta ft. Pino Daniele – Sanacore

Live @ Premio Tenco 1995

!!!RARO!!!

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Roberto Rondelli

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Bobo Rondelli
Bobo Rondelli
Bobo Rondelli
Nazionalità Italia
Genere Rock
Periodo attività 1992 – in attività
Etichetta EMI MusicUniversal MusicArroyo
Band Ottavo Padiglione
Album pubblicati 7
Sito ufficiale http://www.boborondelli.it
Si invita a seguire lo schema del Progetto Musica

Roberto Rondelli (Livorno18 marzo 1963) è un cantautore italiano.

Nasce a Livorno, dove attualmente vive. È il portavoce ufficiale della città toscana, le sue canzoni descrivono minuziosamente il senso della livornesità.

La carriera artistica di Rondelli, detto più semplicemente “Bobo”, decolla subito. Il giovane Bobo infatti si cimenta fin dagli inizi in incontri artistici con musicisti di altre città, facendo cover di band famose.

Nel 1992, decide di mettere in musica dei pezzi scritti da lui e forma quindi un gruppo proprio: gli “Ottavo Padiglione“. La scelta del nome è particolare, poiché l’ottavo padiglione dell’ospedale della città di Livorno è proprio quello adibito al reparto di psichiatria.

La notorietà del piccolo gruppo cresce, prima all’interno della Toscana, poi la voce passa al di là dei confini della regione ed il gruppo inizia così a farsi conoscere.

Nel 1993, grazie all’incontro del Bobo con Pirelli, produttore del gruppo noto con il nome di Litfiba, la EMI Music produce il primo album dell’Ottavo Padiglione: 30.000 copie del CD vengono vendute, la soddisfazione da parte dei ragazzi è tanta ed altrettanta è la voglia di crescere. Il titolo del disco è proprio “Ottavo Padiglione“, questo album contiene uno dei singoli più noti del gruppo: “Ho Picchiato La Testa“, ed altre tracce che con le loro note, hanno segnato la storia del gruppo nella città livornese.

Al primo successo, ne sussegue subito un altro: nel 1995 la Universal Music produce “Fuori Posto“, i toni pungenti lo caratterizzano. Anche qui le note dipingono a tratti, squarci della città d’origine del gruppo, in chiave ironica e sprezzante.

1999, Ottavo Padiglione, “Onda Raggae” (EDEL). Un cambiamento di stile: gli Ottavo padiglione affiancandosi a Dennis Bovell, noto personaggio della produzione reggae, producono questo album sulle sonorità reggae appunto, senza dimenticare le origini. Da qui l’estratto “Hawaii da Shangai“, istantanea di un tipico quartiere Livornese.

Fuoco fatuo la collaborazione con la Dischi Ricordi, che a causa di discordanze nel “modus operandi” finisce sul nascere, lasciando morire il progetto di collaborazione con Mauro Pagani, che non verrà mai terminato.

Etichetta indipendente, l’Arroyo, carta bianca per Bobo: nasce così 2001Figlio Del Nulla“, che non riscuote però lo stesso successo dei precedenti, in collaborazione con Amek Ferrari, per Bobo ha inizio la carriera da solista.

Subito dopo, nel 2002, è la volta dell’album “Disperati, Intellettuali, Ubriaconi“. L’album è interamente prodotto ed arrangiato da Stefano Bollani, astro nascente del Jazz mondiale, pianista di talento e dotato di un’incredibile capacità di intuizioni musicali nonché di un’impressionante versatilità negli arrangiamenti, pluripremiato, nonostante la giovane età, dall’Europa al Giappone e costantemente in concerto in giro per il mondo. Per la critica specializzata si tratta di un autentico successo. Moltissimi giornali recensiscono il successo: Corriere della Sera, La Repubblica, La Nazione, Il Tirreno, Il Giornale, persino riviste non specializzate come Sette, Il Venerdì o Ulisse 2000 (house organ di Alitalia), fino a riviste specializzate come JamAFDigitaleJazzRockstarIl Mucchio SelvaggioL’Isola Che Non C’è, riviste in rete come la prestigiosa RockOL e tante altre.

Bobo viene invitato alle edizioni di quell’anno sia del Premio Tenco che del Premio Ciampi e proprio a Livorno Stefano Bollani vince il premio Ciampi per il miglior arrangiamento.

Nel 2003 esce Ultima follia best a bestia, una raccolta con le canzoni più famose del gruppo prese da tutti i CD che lo stesso ha fatto.

Bobo Rondelli è un personaggio eclettico. Per la regista Roberta Torre, scrive insieme a Pacifico le musiche del film, “Sud Side Story“. In seguito all’incontro, la regista stessa lo investe del ruolo di protagonista del musical; distinto il riscontro al Festival di Venezia, riceverà infatti premi al Festival di Berlino. La prima apparizione del Rondelli sulla pellicola si ha in “Ett Paradis utan biljard” (“Un paradiso senza biliardo”), produzione italo svedese diretta da Carlo Barsotti, accanto all’amico Paolo Migone. AffiancaAlessandro Paci nel film “Andata e Ritorno” (Cecchi Gori-Medusa), di cui realizza anche la colonna sonora.

Il 16 maggio 2009 esce in edicola “L’uomo che aveva picchiato la testa“, un film sul musicista Livornese, diretto dall’amico Paolo Virzì

Discografia [modifica]

Collegamenti esterni [modifica]

Sito Ufficiale

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Giorgio Gaber
Giorgio Gaber (disegno di P.Steffan)
Giorgio Gaber (disegno di P.Steffan)
 
Nazionalità  Italia
Genere RockMusica d’autore
Periodo attività 1958 – 2002
Album pubblicati 26
Si invita a seguire lo schema del Progetto Musica
  « La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche il volo di un moscone…
la libertà non è uno spazio libero,
libertà… è partecipazione. »
 
(Giorgio Gaber, La libertà, 1972)

Giorgio Gaber al secolo Giorgio Gaberscik (Milano25 gennaio 1939 – Montemagno di Camaiore1º gennaio 2003) è stato un cantautoreattore e commediografo italiano.

In realtà, qualsiasi definizione va stretta ad un personaggio simile, affettuosamente chiamato “il Signor G” dai suoi estimatori. È stato anche un chitarrista di vaglia, interprete della prima canzone rock initaliano (nell’anno 1958Ciao ti dirò).

Molto apprezzate sono state anche le sue performance come autore ed attore teatrale; è stato iniziatore assieme a Sandro Luporini del ‘genere’ denominato teatro canzone.

A Giorgio Gaber è dedicato il rinnovato auditorium sotterraneo del Grattacielo Pirelli, a Milano.

Indice

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Gli esordi [modifica]

Nato a Milano in una famiglia piccolo-borghese di origini slovene goriziane, Giorgio Gaberscik iniziò a suonare a causa di un infortunio alla mano che imponeva un’attività costante e non pericolosa ai fini dellarieducazione motoria. Considerato che lo stato generale di salute del bimbo non era tra i migliori e che il fratello maggiore Marcello suonava la chitarra, si pensò di avviarlo allo strumento. L’idea diede buoni risultati, sia sotto il profilo medico che sotto quello artistico e a 14 anni Gaber viene scritturato per un veglione di capodanno, riscuotendo il primo cachet di 1.000 lire.

La sua carriera artistica inizia come chitarrista nel gruppo Ghigo e gli arrabbiati, band che si origina all’Hot Club di Milano; l’esordio del gruppo arriva al festival jazz di Milano nel 1954. Dopo due anni di serate, Nel 1958 scrive insieme a Luigi Tenco la canzone “Ciao ti dirò”, che verrà portata al successo da Adriano Celentano, che però gli preferisce la chitarra di Ricky Gianco. Gaber inizia un nuovo sodalizio con Enzo Jannacci. La canzone, incisa dallo stesso Gaber, gli frutterà la prima apparizione televisiva alla trasmissione Il Musichiere; visto che sia Tenco che Gaber non erano ancora iscritti alla SIAE, richiesero il deposito della canzone Ciao ti dirò (ispirata a “Jailhouse Rock” di Elvis Presley), che risulta firmata da Giorgio Calabrese e Gian Piero Reverberi, anche se composta dai due. I due composero poi altri brani insieme sviluppando parallelamente anche un’intensa amicizia.

Nel 1958 Gaber e Tenco parteciparono, insieme a Adriano CelentanoEnzo Jannacci, Paolo Tomelleri e Gianfranco Reverberi, ad una tournée in Germania dai molti risvolti curiosi (vedi sito esterno).

Con Enzo Jannacci formò un duo, I due corsari, che debuttò alla fine del 1958 con due flexy-discComme facette mammeta (un classico della canzone umoristica napoletana) e Non occupatemi il telefono, allegati alla rivista “Il musichiere” e proseguì l’anno successivo con alcuni 45 giri, incisi per la Dischi Ricordi; tutte queste canzoni sono state raccolte in un album pubblicato dalla Family, sottoetichetta della Ricordi, ed intitolato Giorgio Gaber – Enzo Jannacci (in nessuno dei 45 giri era invece riportato il loro nome), album pubblicato probabilmente nei primi anni sessanta (ma non è possibile stabilire una data certa perché non è stampata né nel vinile né sull’etichetta).

Dopo un sodalizio sentimentale-artistico con la cantante e attrice Maria Monti, nel 1965 Gaber sposa Ombretta Colli, allora studentessa di lingue orientali (cinese e russo) all’Università Statale di Milano. Nel 1966 nasce la loro unica figlia, Dalia.

Partecipò a quattro edizioni di Sanremo: nel 1961 con il brano “Benzina e cerini” (scritto tra gli altri da Enzo Jannacci), nel 1964 presentò Così felice; nel 1966 con uno dei suoi successi più grandi, Mai, mai, mai (Valentina), e infine nel 1967 con …E allora dai!. Inoltre si classificò al secondo posto al Festival di Napoli nel 1966 con il brano ‘A Pizza.

Il Signor G [modifica]

Gaber, entrato grazie alla conduzione di alcuni programmi televisivi Rai nelle case di tutta Italia, si impone come giovane cantautore dai testi intelligenti e garbati. L’azienda televisiva puntava su di lui per un pubblico giovane, appassionato di musica d’importazione statunitense. Ma, sul finire degli anni ’60, Gaber comincia a maturare uno stile più aggressivo, impegnato politicamente. La sua immagine di cantastorie garbato e mai sopra le corde, non lo soddisfa più. Nel 1969 lancia uno dei suoi successi più noti, “Com’è bella la città“, esempio di inserimento di tematiche sociali nella canzone.

Ma il disagio di Gaber è meglio espresso nella canzone che segna il passaggio dal primo al secondo Gaber: “Suona chitarra”, dove rivendica il diritto di esprimere le problematiche dell’uomo senza dover per forza divertire e distrarre il pubblico con la sua chitarra. Nel 1970, al Piccolo teatro di Milano, si presenta con la prima felice edizione de “Il Signor G“, un recital che avrebbe portato in molte piazze italiane nelle numerose ripetute edizioni.

Questo è il momento di svolta nella sua carriera: Gaber rinuncia all’enorme successo televisivo e porta la “canzone a teatro” (creando il genere del teatro canzone). In teatro, Gaber si sente più libero. I testi (quasi interamente scritti con il suo amico pittore Sandro Luporini) si caratterizzano per l’intelligenza dello sviluppo di molte tematiche sociali e politiche, spesso controcorrente. Gaber si fa più aggressivo e arrabbiato e, in nome di un personalissimo spessore artistico, si scaglia contro le ipocrisie della destra e della sinistra italiana.

Nel 1974 gli viene consegnato il Premio Tenco nella prima edizione della rassegna musicale. Ha ricevuto anche la Targa Tenco nel 2001 per il brano La razza in estinzione e nel 2003 per l’album Io non mi sento italiano.

1970-1974 [modifica]

Il primo periodo del Teatro-canzone vede un Gaber in linea di massima entusiasta dei movimenti e delle istanze di rivoluzione che caratterizzano quegli anni.

Il primissimo approccio al palcoscenico, lo spettacolo Il signor G, sebbene non abbia contenuti esplicitamente politici, già annuncia i temi fondamentali che caratterizzeranno l’intero lavoro del cantattore: il bisogno di individuare una coscienza collettiva che soddisfi in pieno le istanze individuali, la critica ai luoghi comuni e agli aspetti più vergognosi e censurati di quegli anni.

In Dialogo tra un impegnato e un non so, Gaber prosegue il proprio discorso, affrontando in maniera originale ed emozionante argomenti quali la disumanizzazione dell’individuo nel mondo capitalizzato (L’ingranaggio, Il pelo) e la presa di distanza da moralisti e intellettuali. In Far finta di essere sani, infine, nonostante si sottolinei una certa incapacità di far collimare i propri ideali con il vivere quotidiano, è il forte slancio utopistico, che ha il suo culmine nel brano Chiedo scusa se parlo di Maria a dominare la scena. È questo lo spettacolo che conclude il periodo più “ottimista” della discografia teatrale di Gaber. Da qui in avanti, infatti, il cantattore prenderà gradualmente le distanze da un movimento ormai incapace di aggregare gli individui se non cedendo al processo di massificazione.

1974-1982 [modifica]

È questo forse il periodo più critico e di rottura dell’intera produzione gaberiana. Da qui in avanti sarà difficile, per i movimenti di sinistra, quelli cioè che si erano fatti portavoce delle istanze rivoluzionarie di quegli anni, monopolizzare il personaggio Giorgio Gaber.

Anche per oggi non si vola è il primo spettacolo ad insinuare il dubbio che il bisogno di cambiamento avvertito in quegli anni si stia dissolvendo in una sorta di moda o di atteggiamento di comodo. Pezzi come Il coniglio, Angeleri Giuseppe, L’Analisi, La realtà è un uccello, smascherano con pungente ironia l’incapacità di proporre nel quotidiano dei veri e propri cambiamenti.

Libertà obbligatoria mette invece in maggiore rilievo il progressivo spegnersi ed allontanarsi del movimento nato dal 1968, attraverso canzoni indimenticabili come I reduci, Il delirio, Le elezioni e simpatici siparietti come Si può.

Polli d’allevamento è il recital della vera e propria svolta: in un vortice di critiche crescenti che hanno il loro culmine in La festa e Quando è moda è moda, le mezze misure vengono abbandonate per lasciare posto all’assoluto distacco da tutto ciò che è stato, come se si sentisse il bisogno di isolarsi da una società in caduta libera per recuperare frammenti di individualità, di vera rivoluzione. Tale spettacolo scatenerà una grande ondata di sdegno da parte di quelle aree del mondo politico che avevano sempre tentato di tenere sotto controllo l’uragano mediatico scatenato dal Teatro-canzone.

Anni affollati, forse il capolavoro di Giorgio Gaber, è un recital più conciso e colto, ma non per questo meno tagliente. Già dal pezzo di apertura, Anni affollati, appunto, si riesce a percepire il distacco che ormai si è creato fra il fervore degli anni Settanta e l’attuale condizione sociale. Quasi tutti i monologhi prendono spunto da particolari estremamente divertenti ed irriverenti (La masturbazione, L’anarchico) per giungere a conclusioni terribili e disperate (Il porcellino). Ed infine, quando l’insostenibile peso dell’ipocrisia pare aver fatto traboccare il vaso, tutto l’astio verso le idiozie e le bassezze del mondo viene riversato nella spietata ed apocalittica invettiva di Io se fossi Dio, canzone in cui tutto viene rimesso in discussione, e nella quale Gaber trova addirittura il coraggio di attaccare ancora una volta Aldo Moro, leader democristiano assassinato dalle Brigate Rosse nel 1978.

Con Io se fossi Dio, Gaber si consacra definitivamente come libero pensatore, in lotta con qualsiasi parte politica. La canzone è uno sfogo che incarna alla perfezione i disagi di molti italiani, disillusi ma arrabbiati, ed esplica la sfiducia nei confronti dell’uomo che Gaber, sui modelli letterari di Louis-Ferdinand Céline e Giacomo Leopardi, applica al teatro canzone. Questo gusto per le invettive intelligenti e dissacranti non lo abbandonerà più, consegnando al pubblico canzoni come “Io non mi sento italiano” o “Il potere dei più buoni”.

Gli ultimi anni [modifica]

Durante il suo fertile periodo di attività teatrale, rare sono state le volte in cui il signor G si è presentato sul piccolo schermo. Ricomparirà in televisione solo negli anni ottanta e novanta, con un paio di partecipazioni a spettacoli di intrattenimento di massa (in una occasione eseguirà Pressione bassa e in un’altra Il dilemma, pezzi certamente non di facile ascolto, senza minimamente lasciarsi prendere dal gioco dell’autocitazione con annesso medley rievocativo), probabilmente come gesto di affetto e rispetto per il suo pubblico che non sempre era in condizione di seguirlo nelle sue performance teatrali. Infine, già segnato dalla malattia, comparirà nel 2001 in un programma di e con il vecchio amico Adriano Celentano, insieme ad Antonio AlbaneseDario FoEnzo Jannacci e lo stesso Celentano in una surreale partita a carte.

Da tempo malato di cancro, si spense nel giorno di Capodanno del 2003 nella sua casa di campagna a Montemagno, località in provincia di Lucca. Il corpo riposa nel Famedio del Cimitero Monumentale di Milano, come voluto dalla moglie Ombretta Colli.

Acuto osservatore del costume, autore mai banale e sempre originale, con una visione particolarmente orientata verso temi sociali, Gaber è stato capace di combinare l’ironia con la melodia: ha sempre subito reiterati (ma vani) tentativi di etichettatura politica, ma lo sguardo di Gaber sulla società, sul costume e sulla politica, ha sempre mostrato un profondo spirito critico, capace di colpire amaramente ogni ideologia.

La sua opera deve molto alla collaborazione con Sandro Luporini.

Discografia [modifica]

Per approfondire, vedi la voce Discografia di Giorgio Gaber.

L’intero canzoniere di Giorgio Gaber è diviso in sei periodi, a seconda della casa discografica per la quale lavorava. Il primo è quello con la Ricordi (1958-1964), segue quello Ri-Fi (1965-1967), quindi quello Vedette Records (1968-1969), quello Carosello (1970-1995) e, infine, quello Giom (1996-2000) e Cgd (2001-2003).

Il periodo 1958-1969 è quello del Gaber più o meno leggero e comprende circa 160 incisioni. Quello successivo fu riorganizzato da Gaber stesso nel 2003 in 11 doppi cd, a cui vanno aggiunti gli ultimi due in studio.

La discografia omette i dischi dove venivano ripubblicati brani già editi, salvo eccezioni dovute alla presenza di almeno un inedito.

Bibliografia [modifica]

IL TEATRO

  • Giorgio Gaber, Sandro LuporiniQuesti assurdi spostamenti del cuore. Monologhi in forma di raccontoEinaudi, Torino, 2004.

Voci correlate [modifica]

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